Scrivici

In Primo Piano

In Primo piano

23 Maggio - "Giro del Varesotto" - 1° tappa Besnate

buone corse a tutti !

Promemoria per tutti i tesserati Fidal:

Attenzione, si ricorda che bisogna consegnare alla Società copia ORIGINALE del certificato per l'agonismo rilasciata dal centro di medicina dello sport.

sabato 29 marzo 2014

Corre in bici la maratona di Roma per migliorare il record: squalificato

Da il Corriere della Sera.. Questi non sono runner. Lo scopo? prendere in giro se stessi? A voi i commenti...... In totale sono 61 i podisti sanzionati. In passato c’è chi ha usato metro, bus e taxi Corre in bici la maratona di Roma per migliorare il record: squalificato Cappello sul volto per nascondersi davanti ai giudici, il pettorale coperto da una maglietta. Ma i giudici lo scoprono. E lo cancellano dall’ordine d’arrivo Volete fare un buon tempo a una maratona ? Non serve che vi alleniate tanto: basta inforcare una bicicletta, indossare una maglietta che copra il pettorale e un cappellino che nasconda il volto, passare così «travestiti» tutti i controlli (quelli con i chip), lasciare la bici a un amico verso il quarantesimo chilometro e percorrere gli ultimi due dopo avere gettato via shirt e berrettini serviti per architettare l’imbroglio. Se ve la sentite, fate anche un allungo nel finale per superare qualche concorrente che avendo corso a piedi i massacranti 42 chilometri è sicuramente un po’ più stanco di voi. Così facendo chiuderete, se vi contentate, la maratona in 2h 45’ circa. E’ successo all’ultima Maratona di Roma, il 23 marzo. Ma i giudici (un «collegio» che comprende la Fidal- Federazione atletica, gli organizzatori della Maratona e i tecnici della Tds che forniscono i chip che consentono la rilevazione elettronica) sono stati inflessibili. Dopo un’indagine condotta incrociando tempi, foto e video hanno squalificato il podista-ciclista, cancellandolo dalla classifica ufficiale. Squalificati 61 runner Una «condanna» inflitta anche ad altri 60 runner (il record è del 2012: oltre 230). Tutti furbetti che, in un modo o nell’altro, hanno dribblato i controlli usando metodi scorretti: chi la bici, appunto. Ma anche tassì, bus e metro, come emerge da una catalogazione riguardante i casi degli ultimi anni redatta sempre dallo staff della corsa dell’Urbe. Nell’edizione 2014 gli squalificati sono tutti italiani, oltre a un rumeno. Proporzione che certo non rispetta quella degli iscritti: 19 mila in totale, tra cui 8 mila stranieri. Insomma: gl’imbroglioni hanno tutti i natali nel Belpaese. «Chi va in macchina, chi in bici» Questo comportamento scorretto, e diffusissimo in tutte le gare dalla Sicilia al Trentino, resta incomprensibile: la corsa è un divertimento. E non si capisce (dato che i professionisti alle maratone sono una minima parte rispetto agli amatori) che motivo ci sia di barare, visto che in palio non c’è nulla, se non una migliore posizione negli ordini d’arrivo. Eppure sono in tanti a provarci, tentati forse dall’idea degli sfottò da indirizzare poi ai compagni d’allenamento. Si tratta di «gente con pettorali fotocopiati, pettorali di altre gare, gente che corre con 2-3 chip, chi corre col pettorale di un altro, chi senza, chi fa un pezzo in macchina chi in bicicletta», raccontano ancora arrabbiatissimi al comitato organizzatore della «mezza» RomaOstia dove peraltro i controlli sono assai severi. Maratona di Roma «severissima» Da cinque anni barare alla maratona di Roma, massima competizione italiana per numeri di iscritti, è comunque difficilissimo, se non impossibile. Tds, una delle maggiori società italiane che si occupa di cronometraggi, ha messo a punto un sistema di verifiche (che incrocia al computer video, foto e tempi ai passaggi intermedi) in grado di azzerare ogni possibilità di truffa sportiva. Se pensate di prendere il tassì, tagliando così il percorso senza passare per i varchi-controllo, sappiate che non avete chance di farla franca. Come ha scoperto a sue spese il runner, tesserato per una delle maggiori società romane, che ha corso gran parte dei 42 chilometri in bici: l’imbroglio che aveva architettato è stato scoperto dalle telecamere e dalle macchine fotografiche dei rilievi ufficiali. Verdetto inappellabile: nei filmati e nelle immagini il chip sotto inchiesta «lampeggiava» invariabilmente al transito di quel tizio che pedalava in canotta nera e col volto nascosto dal berrettino da baseball. Un comportamento singolare, già notato in gara da altri concorrenti. Tra questi Mario Moretti, il curatore del sito www.mariomoretti.it che del podismo romano e nazionale rappresenta un po’ la «bibbia», pubblicando con precisione tutti risultati, classifiche e calendari. E’ stato proprio Moretti, anche lui alla maratona, a fornire ai giudici la segnalazione di quella bici sul percorso. Facendo così partire l’accertamento. Le bici Quanto alle biciclette, sul percorso di gara non sono ammesse per ragioni di sicurezza. Fanno eccezione gli accompagnatori di runner disabili. A cui si aggiungono magari «tifosi» che hanno semplicemente voglia di incitare familiari o amici podisti. A questi però si mescolano i furbetti che usano la bici per migliorare scorrettamente i record personali. La condanna «morale» Fermarli in mezzo alla fiumana di corridori è impossibile. «Se ti metti davanti ti puntano, se provi a prenderli per un braccio ti denunciano ai carabinieri per aggressione (dopo averti messo le mani addosso a loro volta “per legittima difesa”», racconta uno dei giudici Fidal che ha condotto l’indagine che ha portato alla squalifica del maratoneta in bici. Se il podista furbacchione dovesse bissare la furbata, non potrà più iscriversi ai 42 chilometri di Roma. Ma chissà se basterà per evitare la tentazione di riprovare a correre una maratona pedalando.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Queste "furbate" le considero al pari del doping e non sono giustificabili.

Ciao.
Roberto.

Valerio ha detto...

In sostanza un imbecille come, purtroppo ce ne sono diversi in circolazione, io li esonererei da ogni competizione Fidal oltre a mettere la loro faccia in pubblico !!!